martedì, ottobre 24, 2006

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Da Report del 22 -10-2006

Eni, Enel, Alitalia, Anas, Ferrovie dello Stato, Sviluppo Italia sono le grandi aziende pubbliche che dovrebbero far funzionare i servizi nel nostro Paese e sviluppare attività.
Nei loro Consigli d'Amministrazione siedono manager noti e ben retribuiti che in genere vengono sostituiti quando cambia il governo. Il numero minimo di consiglieri previsto per far funzionare un Cda sarebbe di 3, ma alle Poste sono 11 così come per Fincantieri. La Rai ne ha 9, il Poligrafico dello stato 10, Alitalia e Ferrovie 5. All'Eni i consiglieri sono 12 e all'Enel 9.
I Cda costano tanto,anche perché ogni azienda a sua volta ha delle società controllate e cosí i consiglieri aumentano: 111 per le Poste, 197 per la Rai, 165 per l'Enel e addirittura 316 per le Ferrovie. Il Cda dell'Enel, per esempio, costa dai 3 ai 15 milioni di euro ogni anno, dipende dalle liquidazioni che vengono elargite ai grandi manager. L'anno scorso l'ex amministratore delegato Paolo Scaroni se n'è andato con 5 milioni 997 mila e 675 euro ed anche l'amministratore delegato di Ferrovie, Elio Catania, è stato liquidato con più di 5 milioni di euro.
Alitalia è in passivo ma l'amministratore delegato, Giancarlo Cimoli prende 2 milioni e 800.000 euro l'anno,quattro volte lo stipendio dell'amministratore delegato di KLM e il triplo rispetto a quello di British Airways, due compagnie che hanno bilanci in utile.
Siamo il paese d'Europa con i manager e gli amministratori più pagati ma ai buoni stipendi non sempre corrispondono buoni risultati. Cos'è per esempio Sviluppo Italia? Cosa fa e quali cifre manovra? Cosa succede nei consigli d'amministrazione di Anas?
Paolo Scaroni se ne va da Enel con 10 milioni di euro, di 5 milioni di liquidazione. Inciampa in Mani pulite, per tangenti ai politici, patteggia la pena, va in Inghilterra torna in Italia con il governo Berlusconi che lo nimina all'Enel. Nei tre anni di gestione gestione le bollette salgono del 3,5%, le bollette più care d'Europa.Le riconversioni promesse non sono state fatte. Scaroni va all'Eni dove prende uno stipendio di 1 milione e mezzo di euro l'anno. Mincato aveva preso una liquidazione di 9 milioni e 600 euro. Se Scaroni se ne va prenderà tre anni di stipendio
Giorgio Cimoli alle Ferrovie se ne va nel 2004 con 6 milioni e 700 mila euro di buona uscita. Lunardi lo manda in Alitalia. Prevede nel 2006 il pareggio. Dopo due anni Alitalia è al tracollo. 17 mila dipendenti in cassa integrazione a rotazione, finanziamentii pubblici per 7 miliardi di euro e perde 1 milioni di eruo al giorno. Per Prodi la situazione è fuori controllo. Quando Cimoli lascerà Alitalia se ne andrà con una buona uscita di 8 milioni di euro. Il consiglio nel 2005 gli ha raddoppiato lo stipendio, che passa a 2 milioni a 700 euro, 190 mila euro al mese. Sei volte l'amministratore di Air France e il triplo di quello di British Airwais.
Elio Catania si è dimesso con un risarcimento di circa 5 milioni di euro, prendeva poco meno di 2 milioni di euro all'anno. Doveva risanare le Ferrovie invece lascia con un buco di 1 miliardo e 600 milioni di euro.